sabato 31 ottobre 2015

In superficie....

Troppe volte negli ultimi anni e specialmente motivate dal periodo di crisi economico/finanziario, mi è capitato di confrontare prodotti per l'edilizia solo per il prezzo.

Pur sforzandomi di spiegare differenze, qualità delle materie prime, benessere negli ambienti dove viviamo, etc. mi sono trovato a considerazioni quali "...tanto sono uguali...", "...perchè devono costare di più...", "....tanto, anche se in casa si stesse bene, fuori si respira un'aria malsana...", etc...

Comprendo che le motivazioni economiche sono decisamente forti ma, se non si cedesse al primo impatto al diktat del consumismo "...lo voglio, non importa come è o come è fatto, devo averlo anche io....", si potrebbero fare scelte più salutari, più rispettose dell'ambiente e, non ultimo, dei posti di lavoro.

Pensando per esempio alla filiera della passata di pomodoro che si trova nella GDO, dal costo medio di € 1,00 (e anche meno....) per lattina da 0,5 ltr e dall'aspetto superficiale simile a tante altre, mi verrebbe da considerare che all'agricoltore di quel 1 Euro arriverà forse 10 centesimi, il resto viene fagocitato dalla filiera, che è senza dubbio improduttiva pur se voracissima: a quel punto l'agricoltore, per riuscire a sopravvivere, è costretto a peggiorare la qualità del prodotto, a sottopagare/sfruttare la forza lavoro (con conseguente immissione, di fatto obbligata, di forza lavoro extra comunitaria, con tutto il rispetto per queste persone e delle loro storie personali) e altro.
Della qualità del prodotto finale, alla filiera interessa il giusto visto che le normative sono fatte dietro pressioni lobbistiche ma potremmo essere NOI CONSUMATORI ad invertire questo trend: magari, qualche piccola rinuncia, potrebbe portarci al produttore bio, che magari costerà anche di più ma che, in coscienza, cerca di produrre con materia prima sana.
E, tutto questo, porterebbe ad una redditività diversa che consentirebbe di assumere anche i nostri giovani, pagandoli in misura adeguata e alla tenuta dei piccoli negozianti, realmente vicini ai loro clienti.

Le lobby cercano di fare il loro gioco (sempre più sporco, purtroppo...) ma siamo sempre noi, ovvero IL MERCATO, a poter fare la differenza!!!

Meditate gente.... 

venerdì 16 ottobre 2015

Qualcosa sul.....marketing

Il fatto:

parlando con un Cliente, ci mettiamo a confrontare, per intervenire sull'efficienza energetica del suo immobile (un albergo in Romagna), un cappotto in EPS ed un cappotto in SUGHERO Naturale senza colle.

Potenza del marketing (con la emme minuscola): il Cappotto con EPS costa circa il 35%-40% in meno del Cappotto in Sughero Naturale senza colle e questo si traduce, date le superfici da realizzare, in una differenza di circa € 35.000-40.000.

Certo, la cifra in assoluto ma anche in relativo, è importante.....peccato che il marketing (sempre quello con la emme minuscola...) si dimentica qualche dettaglio fondamentale:
- il Cliente, se non installerà un impianto di VMC (Ventilazione Meccanica Controllata), si ritroverà quasi immediatamente a dover combattere con le MUFFE!
- se, proseguendo secondo le indicazioni di CasaClima, sostituisse anche gli infissi, sigillando perfettamente tutto l'immobile, la tenzone contro le MUFFE sarà ancora più ardua;
- tra 5-7 anni l'EPS inizierà a degradarsi, perdendo quel piccolo vantaggio prestazionale odierno (vantaggio tutto di laboratorio, diverso da quello che si potrebbe misurare una volta posato...) ed il Cliente inizierebbe piano piano a dover spendere per riscaldare/raffrescare somme non previste.
- un Cappotto in SUGHERO Naturale senza colle non si degrada, non perde efficienza e, se deve essere smaltito (in caso di demolizione dell'immobile, per esmpio), non ha alcun impatto ambientale!!

Tutto ciò premesso, Vi lascio con una piccola considerazione: l'albergo ha circa 50 stanze e con una differenza di € 35.000-40.000 la VMC si installerebbe forse solo per 10 di queste....ed il resto??

Il marketing (sempre quello con la emme minuscola) serve per truccare la realtà ed illudere clienti ignari, il tutto facendogli spendere soldi non recuperabili.... 

Meditate gente....

giovedì 8 ottobre 2015

L'assenza delle Associazioni Consumatori.....Italiane

La scorsa settimana sono stato contattato da un produttore di pavimentazioni/accessori in cotto fatto a mano del centro Italia.

Già da come si era presentato, non mi aveva trasmesso una buona sensazione:
"....Salve , a seguito di numerose richieste di trattamenti BIO del nostro cotto siamo a chiedervi un contatto o visita vs commerciale...."

Come un deja vu mi venne in mente subito la risposta avuta, circa 20 anni fa, dall'amministratore di una delle più grandi Aziende produttrici di bare (sempre nel Centro Italia) che, nonostante la Direttiva CEE imponesse che "tutto ciò che viene interrato, dovrà essere 100% biodegradabile, sicuro", mi rispose: "....quando saremo obbligati, ci adegueremo....fino ad allora continueremo ad adoperare vernici acriliche perchè le paghiamo di meno...".

Infatti, la ricerca BIO di questo produttore di cotto era solo quella di una Certificazione del prodotto di finitura che spostasse la responsabilità sul produttore della finitura medesima, senza curarsi della fondatezza/veridicità di un tale importante attestato/riconoscimento.
In aggiunta, la pretesa di ricevere a titolo gratuito tutti i "campioni" per effettuare le sue prove.

Sappiamo che in Italia è consentito fondare una Associazione Culturale al solo scopo di garantire Certificati alle Aziende Socie e questo nella totale, colpevole assenza delle Associazioni dei Consumatori, tutte quante.

Meditate, gente....

domenica 4 ottobre 2015

Qualcosa sulle Associazioni Consumatori....Italiane - 2

Nel post precedente ho fatto notare la posizione di Altroconsumo riguardo l'agroalimentare bio: in sostanza non sottolinea alcuna differenza degna di nota con gli alimenti "comuni" e quindi evita di suggerire di preferire uno rispetto l'altro.

Nel numero della rivista successivo, il Direttore fa notare come questa sia stata una "provocazione" e che il polverone sollevato non fa altro che bene ad entrambe le parti ma soprattutto al consumatore: curiosa posizione per chi nega ci siano problemi nei materiali edili e nella composizione di tanti/troppi alimenti spacciati come ultra-controllati. 

Una indagine di Nadia Toffa (il link è il seguente http://www.iene.mediaset.it/puntate/2015/03/05/toffa-con-una-dieta-ci-si-puo-disintossicare-dai-metalli-pesanti-_9279.shtml, non so se funziona...) delle Iene riguardante uno studio pilota per migliorare/salvaguardare la salute degli abitanti della Terra dei Fuochi (oramai non più provincia di Caserta, in quanto, purtroppo, così meglio conosciuta), ha potuto evidenziare come l'utilizzo di cibi sani e provenienti da agricoltura bio ha fatto abbattere se non eliminare completamente i metalli pesanti da cui le persone che si sono sottoposte a questo regime alimentare erano intossicati.

La scienza ufficiale, pur riconoscendo che l'intossicazione da metalli pesanti è causa/concausa di gravi patologie, nonostante gli effettivi benefici, anche e non solo ponderali, di tutte le persone coinvolte, si mantiene su posizioni quasi di distacco se non di scetticismo: certo, se solo cambiando/migliorando il proprio regime alimentare si risolvono diverse situazioni, come faranno a vendere tanti di quei farmaci che arricchiscono solo gli operatori della Sanità e le Multinazionali?

I casi (vedi anche il protocollo Di Bella, ad esempio) sono purtroppo tanti: quando ci diamo una svegliata, noi cittadini?

Meditate, gente....