sabato 27 settembre 2014

Pubblicita ingannevoli 6 - La parte dei tecnici

Proseguendo nello sviluppo del suo progetto, CasaClima, nata con il nobile intento del risparmio energetico (in realtà esercizio di marketing per promuovere gli isolanti sintetici, visto chi si trova e trovava tra gli ispiratori del progetto....), dovendo rispondere a chi chiedeva anche la presenza di isolanti naturali, aveva già pronta la soluzione: come non mettere al primo posto la Fibra di Legno che, nell'area di lingua tedesca dove CasaClima è nata, è il primo prodotto per l'isolamento delle abitazioni?

Ovviamente, per non deprimere la richiesta di isolanti sintetici, se ne magnificavano le prestazioni termiche nonché la necessità di barriere/freni vapore in caso di utilizzo di isolanti naturali, normalmente traspiranti.

Questo ha portato gli isolanti naturali ad essere presi in considerazione nelle Certificazioni più costose (diciamo dalla A/A+ in su), quindi a sconsigliarne l'uso per mere questioni economiche, anche se (vedi post precedente) ciò era ed è molto opinabile.

Inoltre, visto che l'area produttiva di lingua tedesca può offrire solo Fibra di Legno, perchè non si parlava del Sughero, della Canapa, della Lana di Pecora (anche se quest'ultima ha una certa importanza in Austria), del Lino, etc.?

Ovviamente alla fine anche questi isolanti sono stati inseriti nei protocolli progettuali e di certificazione ma, sempre penalizzati dai costi presunti, presentati come ostacolo alla realizzazione di edifici prestazionali a costi vantaggiosi.

Per raggiungere poi le tanto agognate classificazioni A oppure A+, oltre all'utilizzo degli isolanti sintetici, i progettisti hanno accolto senza remore la proposta di costruire case in legno con pannelli in Xlam, facili da posare, già tagliati con laser e quindi predisponibili già in fabbrica per aperture/tracce/etc. ma, soprattutto, perfettamente barriera al vapore (in quanto ottenuti incollando da 3 a 5 strati di legno con colle sintetiche per tutta la superficie) quindi perfetti per l'abbinamento con gli isolanti sintetici.

E qui, come per i tetti in legno degli anni '80, si ripete la stessa storia: sembra legno ma in realtà..... 

sabato 20 settembre 2014

Pubblicita ingannevoli 5 - La parte dei tecnici

Mentre negli anni '80 e '90 il concetto di involucro come terza pelle (dopo la propria epidermide e gli indumenti indossati) stava riuscendo ad avere uno spazio sempre più importante, diversi tecnici, forse per superficialità o anche per scarsa preparazione (in particolare sui materiali da costruzione) o altro, hanno iniziato una folle corsa di avvicinamento ai canoni imposti da CasaClima: efficienza energetica a tutti i costi, ottenuta sigillando l'involucro il più possibile.
Ovviamente l'evidente problema della quaità dell'aria indoor veniva risolto con la ventilazione meccanica controllata VMC.

E qui sorge subito un "piccolo" problema di marketing: se è vero che un cappotto per esempio in EPS o altro materiale sintetico arriva a costare mediamente la META' di un cappotto in sughero, qualcuno tenta mai di avvisare la committenza che il risparmio è solo fittizio, in quanto bisogna aggiungere la Fattura dell'impianto di ventilazione, senza il quale o muffe o niente comfort indoor?

E poi, i costi di gestione e una attenta manutenzione, per evitare il proliferare di flore batteriche all'interno delle tubazioni/filtri, perchè non vengono mai menzionati nel confronto fra cappotti, sintetico vs naturale?

Certo, il risparmio è ovviamente un parametro importante ma così oltre a non risparmiare affatto, la qualità dell'aria indoor è sempre appesa ad un filo, molto sottile.

Di questo, purtroppo, la maggior parte dei tecnici non ne tiene affatto conto, inseguendo la chimera del risparmio economico prima che energetico: eppure è ormai consolidato dalla Letteratura Scientifica in merito che l'aria indoor è più inquinata dell'aria outdoor (Sindrome dell'Edificio Malato - dagli anni '50 una certezza)